26/06/2023
L’assemblea delle assemblee: le parole del presidente dal numero 54 di Concordia

Si è svolta, lo scorso 25 maggio, l’assemblea dei soci di Iccrea, cioè delle BCC affiliate al Gruppo Bancario Cooperativo al quale abbiamo aderito, come molti ricordano, con l’assemblea straordinaria del 5 dicembre 2018.

Poiché i soci dell’Iccrea (che è una Società per azioni) sono le BCC e le BCC hanno recentemente tenuto le proprie assemblee, possiamo ben dire che quella dell’Iccrea è “l’assemblea delle assemblee”.

Figlio di una legge del 2016, il Gruppo Bancario Iccrea è ufficialmente nato il 4 marzo 2019, con l’autorizzazione della BCE, Banca Centrale Europea, che controlla direttamente il sistema bancario dell’Unione Europea (ma, per inciso, non le banche svizzere o americane).

Il Gruppo Iccrea, alla fine del 2022, contava 118 BCC affiliate con 2.434 filiali, l’11,6% del mercato, rappresentando in tal modo il secondo gruppo bancario italiano per numero di filiali. Un dato ancora più significativo se si considera che in 335 comuni le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria (per la nostra Banca sono quattro). Qualche altro dato dà evidenza dei volumi di lavoro espressi dalle BCC del Gruppo: 95,2 miliardi di impieghi lordi a clientela, l’85% dei quali destinati a PMI e famiglie consumatrici, e 120,8 miliardi di raccolta.

Sul fronte patrimoniale, il Gruppo BCC Iccrea presenta un Total Capital Ratio (TCR) del 20,4%, valore di assoluto rispetto nel panorama bancario italiano.

Ma, al di là dei numeri che rappresentano la fotografia di fine 2022 (una bella fotografia, direi), ciò che sta a cuore all’Iccrea, in attuazione del piano industriale 2022-2025, sono gli stessi obiettivi delle BCC affiliate: un modello di crescita a favore di soci, clienti, comunità locali e ambiente, in un percorso orientato a creare valore sostenibile.

Alla base di questa visione del presente e del futuro c’è il fatto che la “proprietà” del Gruppo Iccrea è in mano esclusivamente alle BCC italiane che detengono tutto il capitale sociale di circa 1,4 miliardi di euro, senza quote di soggetti terzi, fondi di investimento o simili. La nostra BCC, ad esempio, è titolare di azioni per 40 milioni di euro, pari al 2,8% del capitale complessivo. Una partecipazione importante, che nasce dal fatto che la nostra Banca ha sempre creduto nel valore dello “stare insieme”, non solo dal lato associativo (la Federazione regionale e Federcasse a livello nazionale) ma anche dal lato cosiddetto “industriale”, quello che presidia l’operatività quotidiana e gestisce i rapporti con i mercati monetari e finanziari, tra cui il sistema dei pagamenti che, tanto per fare un esempio, permette di spedire un bonifico dal telefono e farlo giungere a destinazione in pochi istanti.

Quest’anno ricorre il sessantesimo di fondazione dell’Iccrea (acronimo di Istituto di Credito delle Casse Rurali E Artigiane), nata a Roma nel 1963, che vedeva tra i primi soci la nostra Banca.

Ripercorrendo la storia e gli anniversari, voglio ricordare anche i 140 anni della prima Cassa rurale italiana, fondata dal ventiquattrenne Leone Wollemborg nel 1883 a Loreggia, in provincia di Padova. Nello stesso anno a Cantù presero avvio i primi corsi della neonata Scuola d’Arte.

Cosa hanno in comune la prima Cassa rurale italiana, la Scuola d’Arte di Cantù (ora Liceo Melotti), il Gruppo BCC Iccrea e, perché no, la nostra Banca che di anni ne ha centosedici? Il comune denominatore è quello della “prospettiva intergenerazionale”, ovvero di lungo termine. Che acquista un valore speciale quando è arricchito da cooperazione, mutualità e scelta di costruire il bene comune, come dal 1907 è scritto nel nostro statuto sociale.