12/12/2025
BCC perché: le parole del Presidente e del Direttore Generale dal n°64 di Concordia

La questione è semplice e complessa allo stesso tempo. La affrontiamo con un po’ di timore, prendendola “alla larga” (ma non troppo). In un mondo dove la finanza sembra sempre più distante dalle persone e occupata a fare i propri interessi, le BCC - Banche di Credito Cooperativo - rappresentano una realtà controcorrente, un modo di fare banca che mette al centro la comunità, le relazioni umane e, in primis e soprattutto, il bene comune. Per davvero, non per slogan.

Nello Statuto di ogni BCC (BCC Cantù compresa, ovviamente) si legge:

“La Banca […] ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune.”

Per i nostri Soci e per i lettori di Concordia queste parole non sono una novità, le scriviamo spesso e le ricordiamo ad ogni Assemblea sociale. Anzi, facciamo di più: accompagniamo regolarmente le parole con i fatti, che dal lato economico/finanziario si esprimono nell’attività di tutti i giorni e nei bilanci annuali, portatori di dati e risultati che danno la misura del lavoro di raccolta (i depositi) e impieghi (i prestiti). Numeri piccoli se confrontati con i colossi del mondo bancario, numeri più che ragguardevoli se riferiti ai territori dove siamo presenti.
C’è poi l’altra parte dell’articolo 2, quella del ”miglioramento delle condizioni ecc. ecc.”, cioè dell’attività che una BCC fa con gli interventi e le iniziative che generano ricadute dirette sul tessuto sociale delle comunità, sia nella grande sfera di aiuto alle fragilità fisiche e psichiche, sia a supporto di decine di società sportive (dilettantistiche nel nome ma guidate da persone professionalmente capaci e appassionate), sia in campo culturale e di conservazione del patrimonio storico e artistico.

Alla base di tutto ciò non c’è solamente uno statuto sociale che, nei principi fondamentali, riprende quello della prima Cassa Rurale fondata nel 1883 da Leone Wollemborg a Loreggia, ma anche l’essenza della cooperazione di credito: la territorialità e la mutualità.

La banca “territoriale” è tale in quanto parte viva del tessuto locale fatto di artigiani, di piccole e medie imprese, di agricoltori, di commercianti che tentano di resistere allo strapotere dei centri commerciali e delle piattaforme di vendita on line, di start-up che guardano al futuro e di famiglie che costruiscono ogni giorno il presente.

La banca “mutualistica” opera mettendo al centro l’interesse della base sociale e delle comunità dove è nata e si è sviluppata anziché cercare la massimizzazione del profitto. Il che significa, tra l’altro, destinare il credito in prevalenza ai soci, favorirli nelle operazioni di banca, supportare lo sviluppo del territorio di riferimento e la sua economia anche nei periodi di crisi o di particolari emergenze, destinare parte degli utili a sostegno di iniziative sociali e culturali, e così via. Tutte cose che i nostri soci sanno molto bene.

Il rapporto diretto e personalizzato con la clientela è uno dei fondamenti del modello cooperativo e della nostra BCC: ognuna delle nostre trenta filiali rappresenta un luogo di scambio di fiducia e un punto di riferimento per chi cerca ascolto e soluzioni concrete. E se c’è una cartina di tornasole che può dare un senso e una misura a quanto appena scritto, questa è rappresentata dall’aumento dei clienti (cioè del numero dei conti correnti) soprattutto dove le nostre filiali sono di recente insediamento, come Rovello Porro e Saronno. Qui possiamo dire che, mese dopo mese, cresce la conoscenza reciproca BCC Cantù - comunità locali, migliorano i rapporti, si consolida la fiducia.

Per stare in tema e alzando l’asticella a livello regionale, vogliamo ricordare il Convegno di Studi promosso dalla Federazione Lombarda delle BCC che si è tenuto a Napoli il 10 e 11 ottobre dal titolo “Bene Comune. BCC, persone e comunità per lo sviluppo dei territori”. Tra i tanti temi trattati, qui vogliamo solo evidenziare alcuni numeri: le 26 BCC attive in Lombardia contano nell'insieme 215.000 soci, oltre 5.000 dipendenti, 718 sportelli, più di un milione di clienti e sono presenti in 515 Comuni - di cui 157 serviti come unico istituto bancario - in aumento del 15,4% rispetto al dicembre 2022, in netta controtendenza rispetto al resto del sistema bancario.

Nel primo semestre del 2025, le BCC lombarde hanno registrato una crescita della raccolta diretta, pari a 34,8 miliardi di euro (+1,1%), e degli impieghi, che raggiungono 24,1 miliardi di euro (+2,1%). Particolarmente rilevante il peso del Credito Cooperativo nei confronti delle piccole imprese, con una quota di mercato del 21%.
Nel corso dell’evento è stato anche firmato il Protocollo d’Intesa tra ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Federcasse, con l’obiettivo di rafforzare il presidio locale delle banche cooperative, contrastare la desertificazione dei servizi e lo spopolamento, soprattutto nelle aree interne.
Ma Napoli non si è accontentata di accogliere le BCC lombarde: è stata anche protagonista, sabato 8 novembre presso l’Università Federico II di Napoli, della 21a Convention Nazionale di iDEE, l’Associazione delle Donne del Credito Cooperativo.

La Convention, dal titolo “La rivoluzione della cooperazione”, ha rappresentato un’importante e partecipata occasione di confronto e riflessione sul valore e l’attualità del modello cooperativo. Un modello che rappresenta la risposta all’attuale momento storico e che si pone l’obiettivo di contribuire a rendere il contesto in cui si opera più giusto, più equo, più integralmente sostenibile. In questa pagina riprendiamo solo due stralci degli interventi del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e della Presidente di iDEE, Teresa Fiordelisi.

“Lo stare insieme – è il Sindaco di Napoli che parla – e la cooperazione sono fondamentali proprio di questi tempi, tempi nei quali il divario di opportunità mal distribuite crea ingiustizia sociale. Il pensiero femminile è soprattutto questo, un pensiero di coesione, di comunione e di comunità che è l’unica chiave per costruire le basi per un futuro giusto. Serve dunque un cambiamento di paradigma per costruire un mondo migliore. E le donne hanno sempre rappresentato un presidio cooperativo di costruzione di futuro”.

Teresa Fiordelisi: “La cooperazione è la risposta operosaa un momento storico caratterizzato da totalitarismi, da violenza e aggressività e da diseguaglianze sociali sempre più pronunciate, mentre assistiamo alle conseguenze, sempre più evidenti, della crisi climatica e ambientale. Sono dunque sfide che richiedono soluzioni trasversali e lungimiranti, per le quali il modello cooperativo, fondato sulla solidarietà, sul dialogo, sulla condivisione di impegni e responsabilità, è in grado di offrire strumenti e soluzioni”.
Ecco, le parole di Teresa Fiordelisi rispondono al “BCC perché” che abbiamo messo all’inizio: perché nella cooperazione è più facile costruire il “bene comune” che valorizza il nostro stare insieme e dà un significato speciale agli auguri che ci scambiamo a Natale e a Capodanno.