13/12/2024
Est modus in rebus: le parole del Presidente dal n° 60 di Concordia

“C’è una misura nelle cose”. Un’espressione che invita al buonsenso e ad evitare esagerazioni, ma usata sempre meno in quest’epoca di iperboli e superlativi. Tutto subito, tutto al massimo, tutto in grande.

Est modus in rebus è una “sentenza” di Orazio, che continua: vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto (lui l’ha scritta in latino: sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum).

Est modus in rebus è anche il titolo scelto per il Convegno di Studi della Federazione Lombarda delle BCC, tradizionale appuntamento di ottobre che quest’anno si è svolto a Firenze. Nella stupenda cornice del Teatro Niccolini (il teatro “moderno” più antico del mondo) i numerosi relatori hanno scandagliato il tema “intelligenza artificiale e centralità della persona nelle banche di relazione”.

“Il futuro del Credito Cooperativo, nell’era dell’intelligenza artificiale, si giocherà tutto nella sfida di mantenere e rafforzare la propria vicinanza alle persone, ingrediente essenziale del modello mutualistico”, ha affermato il presidente Alessandro Azzi. “Sì, dunque, a una tecnologia che abiliti nuovi e ulteriori livelli di prossimità e relazione tra le BCC e le comunità in cui operano. Guardando in avanti, anche l’intelligenza artificiale dovrà rappresentare un ulteriore strumento di contrasto al crescente fenomeno di desertificazione bancaria: già oggi in molti Comuni lombardi le BCC rappresentano l’unica presenza creditizia a supporto di famiglie e imprese locali”.

In proposito, può essere utile riassumere qualche dato regionale. A giugno 2024 le 27 BCC della Lombardia hanno 210mila soci e oltre un milione di clienti, 722 sportelli in 522 comuni, in 147 dei quali come unico istituto di credito. Raccolta diretta 36,2 miliardi, raccolta indiretta 13 miliardi, 24,4 miliardi gli impieghi. Una parte importante dei finanziamenti va a micro e piccole imprese: il 21,5% del totale, contro il 10,3% dell’industria bancaria.

Padre Paolo Benanti, presidente della Commissione sull’intelligenza artificiale per l’informazione della Presidenza del Consiglio, membro del Comitato sull’intelligenza artificiale dell’ONU, ha offerto una panoramica generale del ruolo che l’intelligenza artificiale può assumere nella crescita dei singoli individui, sottolineando, come “l’intelligenza artificiale sia un dispositivo che sta cambiando le disposizioni di potere e che applica algoritmi che producono cambiamenti e che può plasmare i comportamenti”. Parole che fanno riflettere.

Con la consapevolezza che l’intelligenza artificiale dice quello che sa, ma non sa quello che dice, potremmo anche riassumere i ragionamenti delle due giornate di Firenze in un richiamo a far sì che non sia la macchina a scegliere, ma l’uomo. Anche qui, facile a dirsi, meno facile a farsi.

Però a questo punto entrano in gioco quelle componenti della storia che, soprattutto in una Banca come la nostra con 117 anni di vita alle spalle, cresciuta gradualmente e con buonsenso in un territorio ricco di voglia di fare, possono fare la differenza. E la differenza si gioca, ancora una volta, sulla concreta applicazione dell’art. 2 dello statuto sociale: perseguire il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche dei soci e delle comunità locali, promuovere la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio. In una parola: costruire il bene comune.

Dal 1907 noi ci proviamo, insieme ai 330 uomini e donne (equamente divisi) che assistono giornalmente chi si rivolge ai nostri sportelli.

Anche in un’epoca di iperboli e superlativi, vogliamo continuare a stare con i piedi per terra, migliorando ciò che possiamo. Ad esempio, poche settimane fa, con il trasferimento della filiale di Cabiate in nuovi e più funzionali locali. Un modo semplice ma efficace di offrire un servizio migliore e di augurare buon Natale e buon anno alla comunità di Cabiate e a tutti i nostri clienti e Soci.