28/09/2021
FUTURO PROSSIMO: le parole del presidente dal numero di Settembre di Concordia

Nelle pagine di questo numero di Concordia, tra splendide fotografie e articoli esclusivi, sono disseminati appunti di novità che meritano di essere sottolineati e commentati. Non per aggiungere chissà quale luce a quanto è già scritto, ma perché ci stanno particolarmente a cuore.

Facciamo un salto a pagina 68 dove Gianbattista Lanzi, vicepresidente della Banca e presidente dell’Associazione Mutualistica Concordia (che lui per brevità chiama ConcordiaM), presenta i prossimi – e imminenti – passi per l’avvio della nuova realtà associativa. Qui vogliamo solo evidenziare che ConcordiaM è aperta a tutti i clienti di tutte le età e non solo ai soci, allo scopo di creare un “welfare allargato” a beneficio dell’intera comunità. L’invito è di leggere attentamente le parole di Lanzi e prepararsi ad aderire a ConcordiaM.

Alle pagine 64 e 65 l’attenzione è invece rivolta ai soci “vecchi e nuovi”, in una sorta di riassunto delle riflessioni che stanno alla base del nostro “vivere cooperativo”. Non sono concetti nuovi o idee rivoluzionarie ma la conferma che la cooperazione è fondata sulle persone, sul loro modo di pensare e di agire, sui comportamenti (sociali, culturali, economici e finanziari) che danno vita a quel “patrimonio intergenerazionale” che dobbiamo conservare e tramandare. Per questo l’invito di pagina 65 rivolto ai soci “vecchi” assume una concretezza sostanziale di crescita e sviluppo della nostra BCC, un “valore che genera valore”, un perpetuarsi dall’oggi al domani e al dopodomani della visione di un futuro migliore che ha animato i soci fondatori della nostra Cassa Rurale.

La terza e ultima “attenzione” è per quello che il direttore scrive nella pagina accanto. In poche righe annuncia una vera e propria rivoluzione: il rifacimento totale del “salone clienti” della sede di Cantù.

Lui non lo sa perché non c’era, ma chi c’era, in quel 1976, ricorda bene lo smarrimento dei primi giorni nel passare dai 150 mq. di piazza San Rocco agli 800 di corso Unità d’Italia. Ciò che “prima” facevamo quasi da fermo dal tanto che lavoravamo a contatto di gomito, “dopo” diventava una passeggiata da una scrivania all’altra. La banca funzionava ancora con il lavoro di sportello diviso in tre tappe: riscontro, registrazione, cassiere. Tre mani diverse per completare l’opera, aiutate dal “trenino” che trasportava le buste con i documenti da un impiegato all’altro. Anche “prima” c’erano le tre mani, ma il passaggio era fatto allungando (e neanche tanto) il braccio. L’operazione si concludeva nelle mani del cassiere, che controllava i totali con le ingombranti calcolatrici Divisumma Olivetti e - se necessario - chiamava il cliente con il microfono. Arrivarono i primi monitor con schermi a caratteri verdi su fondo nero e le grandi (e rumorose) stampanti ad aghi. Poi fu l’epoca dei terminali ingombranti (tastiera + pc da tavolo + monitor + stampante) e infine del cash in - cash out. Dal lato impiegati, il salone della sede ha dunque visto almeno una dozzina di sostanziali adattamenti alle mutate esigenze. Dal lato clienti invece la visuale era, più o meno, sempre la stessa: un elegante, lunghissimo bancone sovrastato dai vetri antirapina (negli anni ’70 ci volevano, eccome!).

Tutto questo, come ha scritto il direttore, non ci sarà più. Ma il direttore ha scritto anche che una banca è fatta prima dalle persone o poi da uffici, scrivanie e computer. E su questo siamo tutti d’accordo. Vi aspettiamo, adesso nella “banca temporanea” e fra qualche mese nel nuovo salone clienti.

Angelo Porro, presidente